L’amore di se stessi e il narcisismo

Dottor Fresi, parlare di amore di se stessi è semplice. Più difficile è capire che cosa realmente significhi e quali siano caratteristiche e conseguenze di questo tipo di emozione. Potrebbe aiutarci ad avere le idee più chiare? «Partiamo dal bisogno di non aver bisogni, che descrive sicuramente l’era moderna. Cosa c’è di peggio che sentire chi ci sta vicino sostenere: “Io non ho bisogno di nessuno”? Sebbene falsa, tale affermazione può, in alcuni casi, essere l’inizio di un lungo processo di inaridimento emotivo-sentimentale: la falsa sicurezza di bastare a se stessi. Tale modalità, se inizialmente presa come rifugio davanti alle innumerevoli frustrazioni che si vivono, come per esempio quelle di sentirsi dire che non si è mai adeguati, può a un certo punto diventare un modus vivendi, una modalità rigida, poco adattativa, inconsapevole. È il caso di ragazzi/e, donne o uomini doverizzati, inclini all’eccessiva dedizione al lavoro, privi di affetti, eccessivamente egocentrati e freddi; insomma, incapaci di fronteggiare gli stress e di rispondere in modo adeguato ai problemi della vita.»

Che tipo di comportamento assume chi ha la falsa sicurezza di bastare a se stesso? «Prima di tutto, nel caso di un evento traumatico, come potrebbe essere quello delle critiche da parte di amici, genitori o datore di lavoro, questo stile personologico non contempla l’utilizzo e le capacità di richiedere aiuto all’esterno, perché non c’è la minima fiducia che sia utile al superamento di quanto accaduto; il ripiegamento eccessivo sulle sue forze annebbia la sua mente non permettendogli di arrivare alla soluzione. Una visione irrealistica delle proprie forze lo esporrà al rischio di imbarcarsi in imprese temerarie o di ostinarsi in imprese fallimentari. Pensiamoci un attimo: quante volte abbiamo vissuto o abbiamo assistito a persone che continuano a fare la stessa cosa, ad avere lo stesso atteggiamento, non riuscendo mai a ottenere risultati positivi?»

Dove può portare questo sentimento? «Vivere costantemente nella paura di poter sbagliare, nella solitudine, nella vergogna, fingendosi sicuri e corazzati, metterà a dura prova il già precario equilibrio psico-fisico di questo tipo di persone: il perfezionismo di questo tipo di carattere non contempla l’errore. In questo caso di persone troppo autocentrate e poco disposte a farsi aiutare, come in cucina, vale la regola del q.b.: se non equilibrato, l’amore di se stessi porta a cadere come Narciso alla sorgente.»

Che cosa è il narcisismo? «In parole semplici, equivale a una forma molto grave di egoismo.»

Amore di se stessi e narcisismo… E la consapevolezza che spesso chi ha amore di se stesso viene accusato di egoismo. Come usciamo da questo circolo vizioso? «È vero, a una prima considerazione, parlare di amore di se stessi può presentare agli occhi di alcuni un concetto sgradevole, perché, come ho fatto presente, lo considerano egoismo. La rappresentazione che abbiamo in mente è, nella maggior parte dei casi, quella di un eccesso dell’amore di se stessi, di una forma dunque di egoismo, che come tale siamo propensi a bollare come un atteggiamento negativo. In realtà, il sentimento dell’amore di se stessi, non identificato con il suo eccesso, rappresenta una delle componenti sostanziali nella strutturazione della personalità di un individuo sano.»

Come è possibile che non ci si accorga di stare per cadere… alla sorgente di Narciso? «La rinuncia alla vita ci rende freddi e distaccati. Ci si ripiega sempre più su se stessi, avvicinandosi sempre di più al sentimento del narcisismo. Sentimento limitante in tutti i settori della nostra vita. Dobbiamo stare bene con noi stessi per entrare in empatia con chi ci circonda. Per farlo, però, dobbiamo avere un giusto amore di noi stessi.»

Ci dà qualche consiglio per “provare” il giusto amore di se stessi? «Prima di tutto, impariamo l’assertività, ovvero il saper dire di no, e ad accettare, qualora fossimo in difficoltà, aiuti esterni non considerando sempre e solo i giudizi come critiche negative sulla nostra persona, ma anche, per esempio, se il giudizio arriva sul posto di lavoro, come semplici, sebbene forti, consigli per migliorare la nostra figura professionale. In altre parole, il giudizio a volte riguarda un ruolo sociale o lavorativo che quindi non dovrebbe intaccare l’autostima della persona in oggetto. ma anzi essere motivo di crescita professionale e non solo. Non dovremmo mai dimenticare che in momenti di difficoltà il confronto con gli altri può farci uscire da queste situazioni. »

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