Molti di noi sognano di essere “visitati” dall’amore, di assaggiarne le spezie e gli aromi che lo caratterizzano, di sentire il proprio cuore battere forte per qualcuno, di essere contraccambiati da chi, spesso ma non sempre, li possa rendere unici e speciali. Ma cosa potrebbe accadere se quell’amore tanto invocato e atteso ci “colpisse” ma poi svanisse o smettesse di illuminarci?
In tal caso ciò che era luce e passione si trasformerebbe in dolore, rancore e vendetta verso di te, mio caro Cupido! Da quel momento ognuno di noi, persino chi fino a un attimo prima ti supplicava di mirare con il tuo dardo al suo cuore, non accettando il rifiuto, incolpandoti, imbraccerà un fucile a pallini per dar vita alla caccia più diffusa del secolo, quella causata dall’assenza d’amore e dal desiderio di vendetta…e per te caro il mio Cupido non ci sarà né pace né tregua… Nessuno sarà soddisfatto fin quando non sarai stato abbattuto, impallinato e servito su un piatto d’argento, come la selvaggina più prelibata o come un tacchino a Natale. Finirai con una mela in bocca e una forchetta conficcata nel petto, su una tavola imbandita da argenti, vini afrodisiaci e da perfette “mise en place”, belle e formali ma prive di sentimento e passione.
A questo punto, per noi, prima di impallinare e infilzare il caro e vecchio Cupido, l’unica salvezza starà forse nel renderci conto, che il colpevole dei nostri fallimenti amorosi non è lui. Forse dovremmo farci un esame di coscienza, accettare e capire che l’amore non è sempre facile, bello e privo di ferite ma che nonostante tutto ciò, vale sempre la pena di essere vissuto. Così, forse impareremo a salvarti, anche quando ci ferisci, perché solo nel salvarti ci eviteremo una vita priva di ferite d’amore ma colma di cinismo, autoreferenzialità e solitudine.
Forse dovremmo smettere di odiare e iniziare ad amare ancora, ancora e ancora… perché solo così saremo davvero vivi e liberi.